venerdì 21 dicembre 2012

SONO UN GENIO

A volte basta poco. E la cosa è facilitata dal fatto che parlare con V. è una delle cose più belle, divertenti e commoventi del mondo. Se hai la possibilità di costruirti il lessico familiare in collaborazione con un figlio sveglio e simpatico come V., allora sai che è un'operazione appassionante, che oltre a tutto può fruttarti un certo credito presso di lui prima della stagione ingrata e, probabilmente (ahimè), in qualche misura inevitabile, in cui diventerai ai suoi occhi un incrocio fra un babbeo e uno stronzo.
Sfruttando occasioni casuali si possono raggiungere vertici di comicità surreale e pura poesia, magari difficilmente apprezzabili da estranei, ma che a noi danno una certa soddisfazione: per esempio qualche tempo fa abbiamo inventato una storia che ci piace molto sulla base di un disegno piuttosto bizzarro fatto da un suo compagno di classe. Io naturalmente non l'ho visto, ma V. mi ha descritto la scena come una situazione truculenta in cui un maiale vivo viene fatto a pezzi da dei robot che con delle lame, non so se seghe o coltelli, gli staccano le membra mentre lui sgomento, dice (o pensa): “Non avrei dovuto venire...”.
La nostra immaginazione malata ha ricostruito l'antefatto della scena ipotizzando che il maiale, ignaro e tranquillo nella sua linda casetta di porcellino, riceva un depliant dalla grafica un po' chiassosa che presenta l'evento “I ROBOT INCONTRANO I MAIALI” annunciato nella sala conferenze del prestigioso Hotel Europa. Il maiale è incuriosito e attratto: lo affascinano queste strane creature cibernetiche e poi l'occasione mondana gli pare imperdibile, quindi dentro di sé decide subito di partecipare alla serata. E' vero che, ripensandoci, viene sfiorato da un sospetto nei confronti di quegli esseri in fondo estranei e pieni di incognite e che allora ha un attimo di incertezza e quasi di paura. Ma poi si rassicura pensando che in fin dei conti si tratta del prestigioso Hotel Europa... Che cosa gli potrebbe mai capitare in una sede così autorevole, in un ambiente così raffinato? Quindi si prepara e si reca. Ma mal gliene incoglie perchè, appena giunto nella sala dell'incontro, sotto i suoi piedi si apre improvvisamente una botola, evidentemente predisposta dai diabolici automi grazie alla loro straordinaria tecnologia. Attraverso di essa uno scivolo precipita il maiale, sgomento e stordito, in una specie di sala-mattatoio dove viene subito catturato e sottoposto alla tortura sopra descritta. E' lì, in quel momento, che, vedendosi perduto, tra il disperato e il rassegnato, dice (o pensa): “Non avrei dovuto venire...”.
Ok, è una cagata, ma noi ci divertiamo. Ed è un modo bello e non cretino di stare insieme. E mi permette di acquisire quel piccolo credito di cui dicevo, che poi ogni tanto risulta possibile riscuotere. Come ad esempio recentemente, un giorno che V. va in giro con L. a fare commissioni e le chiede il permesso di tacchignare il suo cellulare e leggere i messaggi. L. acconsente per tenerlo buono, e lui trova il seguente messaggio, mio, per L., nel quale la informavo di aver trasferito V., come d'accordo, a casa di un'amichetta, e di altre cose familiari semibanali. Il messaggio è questo: “Bubu è dalla Robbi e il suo papà di lei li porta ambo dalla Donatella, che V. ha definito “moglie napuletana racchia e urlante, ma simpatica”. Me sorea ha seminarcotizzato la bestia e l'ha portata dal vetero: essa fu vaccinata ma ha un dente cariato e lo perderà.
Ok, gnente de che. Ma a V. è piaciuto e (mi ha raccontato L.) dopo averlo letto ha detto: “Papà è un genio!”. Eccessivo e immeritato, d'accordo, ma godiamocelo, prima che arrivi la stagione ingrata e prima che la sua considerazione per me prenda normalmente il tono della commiserazione e del compatimento.

Nessun commento:

Posta un commento