giovedì 1 novembre 2012

L'ARIA DEL BALTICO

Quando si tirano le somme, sarà servita a qualcosa tutta questa fatica per cercare di diventare un uomo migliore? Non sono affatto sicuro che non sia un enigma senza soluzione come quello dei sette ponti, anzi. E di certo non servirà provare a fare un giro fin lassù per sentire che odore ha l'aria del Baltico.
Più che altro basterebbe che ogni tanto qualcuno ti desse una mano. Ma non lo si può pretendere. E manco si ha il più piccolo diritto di lamentarsi. E' giusto: non si fanno i conti in tasca. E non si sfugge al proprio mondo e al proprio tempo. E quasi certamente non è neanche questo il problema. Dunque: pazienza. Ma se non hai imparato fin qui a vedere davvero le cose in un altro modo, come puoi pensare di farcela da qui in poi? E' giusto, ma pazienza lo stesso: non è che l'eventualità della disperazione ti giustifichi in qualche modo se fai delle grosse cazzate. Se continui a farne di piccole puoi accontentarti. O comunque ti tocca. Dunque: pazienza.

4 commenti:

  1. Io penso che sì, sarà servita, anche se viene scarsamente e raramente ripagata; ma avresti potuto essere diversamente? Non credo.

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  2. Eh, non è neanche una questione personale. A volte uno pensa di non essere ripagato e invece non vede che anche gli altri fanno quello che possono. E a volte magari pensa di aver fatto il possibile lui e invece no e non se lo merita. E queste cose è facile dirle, ma il difficile poi è affrontare la fatica di fare le cose, tutto quello che serve, e allora non si è sempre capaci di essere disponibili con gli altri. E fosse tutto qui ancora sarebbe una questione personale. Invece il problema, vecchissimo, è la progressiva dispersione dell'energia dell'universo, contro la quale l'unico rimedio è la magia, come spesso sostiene il miglior Woody Allen, oppure una saggezza miracolosa e di profondità abissale. Che però io temo proprio non ci sia in circolazione. Lo conosci il racconto "L'ultima domanda"? L'avevo messo qui: http://www.scribd.com/doc/92016341/Ultima-domanda . Quanto all'essere diversi: non nel senso di fare del male, ma di concentrare le energie verso qualcosa di determinato, che produca qualcosa di consistente. E' quello che io chiamo, come forse ricordi, "combinare qualcosa nella vita". Risposta esagerata, scusa...

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  3. E cosa sarebbe 'qualcosa di consistente'?

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  4. Qualcosa di bello, di veramente bello. E insieme di onesto. Non necessariamente incorrotto e intoccabile ma sostanzialmente onesto. Credo che tu più o meno capisca cosa intendo. Per fare queste cose ci vuole applicazione e forse un briciolo di ambizione, abbastanza da superare il sospetto della vanità. Perchè, altrimenti,vanità per vanità, è uguale.

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