mercoledì 13 febbraio 2013

TORTO MARCIO (un'apparente ovvietà)

Non penso che nella storia vadano sempre difesi gli sconfitti: a volte ha vinto chi aveva ragione. Ma se chi ha vinto aveva torto marcio per alcuni aspetti fondamentali ed è riuscito a imporsi solo con la forza (vari tipi di forza), allora in questo caso vengono meno, devono venir meno nella sostanza, non devono più essere riconosciute, le ragioni che comunque poteva avere in principio. E ognuno ha oggi, ha avuto ieri, la responsabilità, nel suo presente, di fare o non fare quello che è alla sua portata per riconoscere le ragioni e farle prevalere, per combattere i torti di cui si rende conto.
In culo a Hegel, ovviamente. Ma anche a Nìcce. Il punto è che per averne un'unghia di certezza ci vorrebbe qualcosa tipo Dio. Ma è proprio un'unghia di quelle che ti si spezzano di continuo, che tanto vale tenerla tagliata bene con le forbicine. Perchè se hai le unghie corte hai un'altra possibilità oltre a quella di invocare Dio dicendogli che ci deve essere per principio, come facevano su al nord. Puoi tenere in mano una mano senza graffiarla, andarci in giro con le dita, sopra e sotto e in mezzo. E spendere parole. E non è una certezza ma, più o meno, casa tua. Da dove altro puoi cominciare?

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