giovedì 22 luglio 2021

GRAZIE MOLTISSIMO

Ci fossero due o tre vite a disposizione, sarebbe bello e necessario non solo - desiderio immagino diffuso quanto impossibile - leggere e vedere tutte le cose che non potrai mai vedere o leggere, ma tornare su alcune cose che hai visto e letto e che non avevi - diciamo - capito, per vedere se ti fanno un effetto diverso. 

Essere pronti per quello che si incontra - un romanzo o un film, per restare alle cose che mi sono più familiari, ma potrebbe ben essere qualche opera di altro genere - non è (neanche quella) una faccenda innocente. Ci sono cose di cui, se te ne intendi un po', puoi dire rapidamente se si tratta o no di uno dei tanti esempi della merdaccia che capillarmente circola. Ma ci sono casi in cui quello che non ti tocca oggi lo ritrovi domani e stavolta ti tocca davvero, anche se non sai bene comeperchè. Avevo visto anni fa Man on the Moon, film del '99 di Milos Forman [Qualcuno volò sul nido del cuculo ('75), Amadeus ('84) ma anche Hair ('79)], regista ceco molto americanizzato ma capace - pur dentro la convenzione produttiva e senza troppe ambizioni di rottura - di una potenza di emozione notevole quanto semplice, popolare, diretta. Credo sia stato uno dei molti casi in cui uno non capisce perché non ne sa abbastanza, ma di buono c'è che da tempo sono abituato a non buttare via le cose che trovo in giro solo perché mi sembrano strane e non riesco a entrarci subito. Così - complice questa estate senza esami - ho trovato per casissimo su Netflix Jim e Andy, un documentario del '17 in cui Jim Carrey racconta in una specie di lungo backstage girato allora ('99 appunto) e poi dimenticato in giro, la sua profonda discesa - per realizzare Man on the Moon - dentro Andy Kaufman (1949-84), impensabile attore di cui il film racconta, capace di fare spettacolo per tutta la (sua breve) vita ostinandosi ad essere deliberatamente incongruente non solo con le convenzioni che formano il gusto medio, ma con il comune senso della realtà.
E' abbastanza facile capire che  il denaro o il successo non erano lo scopo ultimo di Kaufman, che altrimenti non avrebbe portato così in fondo la sua volontà pervicace di provocare e seminare incertezza, fino al punto di farsi odiare da un pubblico disorientato dalla confusione dei piani di realtà, fino quasi all'autodistruzione. 
Ma allora, cosa? Una provocazione fine a se stessa, quindi futile, o magari cinica e quindi dolorosa e dannosa insieme? Non ho studiato abbastanza la cosa per dirlo con sicurezza, ma direi di no. La mia ipotesi di stasera - cioè, tutto sommato, la mia lettura, per ora, del film - è che si tratti dell'abbondante cinismo sufficiente a far ballare i complicati ponteggi di ipocrisia necessari alla nostra esistenza professionale e sociale, nel tentativo - diciamo pure disperato - di far posto a una purezza di cuore, a un sentimento di pietà universale elementare e abissale; probabilmente troppo infantile e ingenuo per mettere radici e dare senso (a un mondo così brutto), ma in fondo - profondamente - vero e potenzialmente salvifico quanto poco altro.
Difficile capire davvero. Infatti temo che se avessi dovuto avere a che fare con Andy Kaufman probabilmente mi sarei incazzato con lui, come molti di coloro ai quali la sua tendenza invincibile a seminare disordine rovinava i piani, le giornate di lavoro eccetera. Gli avrei rimproverato a fortiori quello che da un po' rimprovero spesso ai molti, cioè l'incapacità di assumere un punto di vista complessivo, di guardare ai problemi con l'occhio dell'istituzione, in base al vecchio principio per cui chi distrugge dimentica la sproporzione tra il suo gesto e l'entità della fatica di chi costruisce. Ma probabilmente avrei avuto torto: forse sarei riuscito ad accorgermene solo se - per caso od ostinazione - mi fossi alla fine trovato di fronte al nucleo di  disarmata tenerezza che pare abbiano sempre riconosciuto nel suo cuore - dietro la cortina di finzioni incrociate - i pochi che gli hanno voluto bene davvero.
Infine, la cosa sorprendente è che Jim Carrey, di questa assai improbabile combinazione di nichilismo e purezza elementare, sembra davvero essere un erede piuttosto degno, come dimostra il popolare filmato qui sotto.



 

       

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