Questa
meritava una trattazione sistematica, ma se aspetto di dare ordine alle idee
come vorrei, va a finire che aggiorno in tempi da archeologo del paleozoico.
Dunque:
Io so come si salva la scuola. Esagero, naturalmente: naturalmente non lo so.
Ma invece lo so. Lo dico spesso a quelli con cui mi capita di parlare, e spesso
trovo perplessità e diffidenza, il che potrebbe voler dire che l’idea non è
così geniale. E in effetti non è geniale, è abbastanza semplice. Ma è un punto
di partenza sensato da cui iniziare, e naturalmente si tratta dell’assunzione dei profi.
Bisogna
trovare un sistema per tenere fuori dalla scuola gente come l’Englismano in
oggetto (cioè AEMiNY, cfr. qui il Significativo Aneddoto). Ho scoperto di
recente che esiste un termine tecnico per gente simile, di cui tutti noi che
stiamo a squola conosciamo plurimi esemplari. Non poi così plurimi ma insomma,
abbastanza da fare problema grosso. Gli anglosassoni li chiamano Toxic Teachers1,
da contrapporre ai Safe Teachers, i primi non solo incapaci ma seriamente
pericolosi per la fiducia e sicurezza dei fioi in sé e nell’istituzione e per
la salute dell’istituzione stessa, i secondi che ne costituiscono la forza e ne
consentono il funzionamento efficace e salvifico per i giovani virgulti
minacciati dal marketing e dai videogame e dalla Toxic (anche lei) TV.
E’
chiaro che chi scrive e chiunque legge rientra a priori nella categoria dei
Safe. E’ un postulato, un ammesso e non concesso, ma facciamo (per ora, per
comodità) che abbiamo tutti titolo per considerare i Toxic quello che sono e
per porci il problema di come tenerli lontani dai preziosi cuccioli d’uomo che
abbiamo la consegna di custodire e crescere con amore e devozione.
Il punto
è che i Toxic sono noti, si riconoscono presto e viaggiano circondati dalla
loro fama come da un nuvolo de moscati.
E basterebbe qualche accorgimento intelligente per lasciarli al palo, per
riservare loro al massimo un ruolo marginale, o per costringerli a una serietà
di cui forse a volte poi non sarebbero comunque capaci, o a lasciare la scuola
a gente che ci crede e che è disposta a sbattersi. Perché questo è il punto: un
prof sano è uno sveglio e attento e che è disposto a sbattersi, lo è da subito
e continua a esserlo in misura ragionevole anche dopo anni che è dentro la
scuola, e anche questo si vede: quello che facciamo (noi Safe…) può essere
tutto discutibile, possiamo commettere degli errori, ma se siamo in buona fede
e siamo disposti a impegnarci e a parlare q.b. con genitori e studenti, alla
fine, in tempi medio brevi, la Safety ne risulta e produce frutti. Soprattutto
non produce il doloroso fenomeno del Disincanto Dello Studente Deluso Da Profi In
Malafede, che così spesso possiamo osservare2 e che è una delle
difficoltà più serie contro cui quotidianamente devi combattere in classe per
fare un buon lavoro. In primo luogo riconquistando la fiducia dei fioi. Quindi, il prof sano SI RICONOSCE! Si capisce qual è! Entro un limite ragionevole di tempo ci si fa un'idea chiara del fatto che lo è o non lo è!
Dunque
il punto è: eliminare i Toxic e, possibilmente, fare in modo che nella scuola i
profi siano il più possibile gente che “ci crede” e che “si sbatte”. E come si
fa? Si tocca quella specie di “santissimo” che sono le graduatorie.
Le
graduatorie sono una iattura. Una disgrazia un ostacolo una palla al piede. Se
il prof. a cui per graduatoria tocca di venire
nelle tua scuola è un cane toxic totale, non ci puoi fare niente. Te lo becchi
e al massimo il preside lo spalma in giro dandogli la materia meno importante
nel maggior numero di classi possibili in modo che il danno sia distribuito. Ma
non dovrebbe succedere. Il problema è che i concorsi eccetera non fanno da
filtro in maniera efficace rispetto al pericolo del cane toxic. E allora?
Allora metti un filtro scuola per scuola. Perché non facciamo che la scuola non
deve beccarsi il primo in graduatoria ma ha un sistemino di selezione che a
volte dice: “questo no”, e sceglie il terzo o settimo o ottavo in graduatoria (non
il centocinquantesimo che è il nipote del preside…)? E chi è questa commissione?
Mah, per esempio il Preside il Segretario il Presidente del Consiglio d’Istituto
(sempre un genitore) e due profi di ruolo, eletti, che stanno in carica due anni
e non possono essere rieletti. Per sicurezza possiamo mettere la regola che non
si possono avere parenti nello stesso istituto (maritomoglie, padrefiglio
zionipote fino al 2° grado…). Bisogna studiare un po’, fare un po’ di
ingegneria legislativa, ma vuoi che non si possa fare? C’è spazio per scelte
arbitrarie e “clientelari”? Poco. E anche fosse, è meglio, molto meglio che la
situazione attuale in cui chi capita capita, fosse anche il mostro di Milwaukee…
So che
la cosa è complicata, ma è vitale. Ci ritorneremo.
1A margine: gli anglosassoni hanno un termine tecnico anche
per quando il cane della siora dell’ultimo piano ti pissa sulle scarpe o il
fruttarolo ti dà un pomo marzo in mezzo a quelli buoni.
2 Fenomeno che a volte va, sottolineiamolo per poterci
riflettere più avanti, anche oltre la reale portata della malafede di qualche
prof. E’ un aspetto che ha sempre a che fare con la presenza tra gli utenti –
genitori più che studenti – dei già nominati e non ancora analizzati Ignari.
Sono potenzialmente d'accordo con il sistema, anche se c'è da dire che gli studentelli spesso usano come unico criterio di valutazione il "questo prof ci sa tenere", come se si trattasse di fare il dog-sitter. Ci sai tenere=sei bravo, non ci sai tenere=sei un coglione. Almeno nelle scuole professionali, ultima frontiera prima della barbarie.
RispondiEliminaPoi pensavo che il mondo si divide in chi lavora tanto e parla poco e in chi parla tanto e lavora poco.
Si, ma la valutazione non deve essere solo quella dei fioi: può servire, assieme a quella dei genitori e ad altri dati (valutazione dei colleghi e altri fattori anche più oggettivi o una valutazione di una commissione di esperti, non facile ma da studiare) soprattutto per valutare quelli già assunti (magari quelli nuovi nell'anno di prova...). Per l'assunzione tutto questo conta tenendo conto delle supplenze temporanee ma poi anche la graduatoria "elastica", un colloquio e qualche genere di prova... Io non avrei paura di queste cose se fossi giovane... Se sono una persona seria prima o poi trovo posto qua o là...
EliminaInfatti è il compromesso migliore. Sicuramente serve un sistema per fare questa cosa e non si capisce perché nel privato si faccia e nel pubblico no e blablabla cose che abbiamo detto tante volte.
RispondiEliminaNoi le abbiamo dette, ma sono ben lontane dal diventare senso comune. Qualcuno mi ha detto di recente: "Ma ti pare che nel privato ci siano insegnanti migliori"? Questo vuol dire non voler vedere il problema: le private scelgono su un residuo, pagano il meno possibile e tendono a spremerti il più possibile motivandoti (?) con "espedienti ideologici". Per questo le private funzionano peggio e creano un clima peggiore. Ma poter discriminare un po' nella scelta è indispensabile. La scuola deve avere un progetto "pubblico" in cui l'obiettivo sia il massimo progresso per il massimo degli studenti, con un certo riguardo per quelli presi male per conto loro. Ma l'eccesso di rigidità nella gestione è un problema enorme, come sa bene chi anche solo vada a supplenze...
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