Il
primo Soriano che ho conosciuto è quello che faceva da assistente a
Philip Marlowe in un'indagine per conto di Stanlio (1). Il secondo è
quello che pensava con i piedi e del quale a molte classi nelle ore
di supplenza ho letto prima la storia di Obdulio Varela che spiega
come l'Uruguay battè il Brasile nella finale dei mondiali del 1950
al Maracanà, ma poi anche la storia del rigore più lungo del mondo
e del mitico “Gato” Diaz, portiere della Estrella Polar (2). Ho
voluto bene a tutti e due.
Ma
il Soriano a cui penso quando ci penso è quello che racconta gli
spasmi fatali e dolorosi di un mondo che non conosco abbastanza per
capire le ragioni e i torti, per